sabato 13 ottobre 2012

Vota la lista Claudio Fava Presidente e automaticamente il voto andrà anche a Giovanna Marano


NON E' VERO CHE SIAMO TUTTI UGUALI : NOI NON CI SIAMO PROPRIO NE' ALL'ARS NE' AL PARLAMENTO NAZIONALE . ECCO PERCHE' VI CHIEDIAMO DI DARCI LA VOSTRA FIDUCIA PER CAMBIARE "SISTEMA" PER LA DIFESA DELLA DEMOCRAZIA , DEL BENESSERE PUBBLICO , DELLA SCUOLA PUBBLICA , DELL'AMBIENTE , DEL LAVORO , DELLA SOLIDARIETA' TRA DIVERSI  , PER LA PACE .
TUTTO QUESTO LO FACCIAMO METTENDOCI LA FACCIA , I SOLDI DI TASCA NOSTRA E COL NOSTRO LAVORO DI VOLONTARI DELLA POLITICA CON LA "P"
MOLTO MAIUSCOLA !
LIBERIAMO LA SICILIA IL 28 OTTOBRE 2012 !

domenica 26 agosto 2012

Gazebo con banchetto per la raccolta di firme a favore della proposta di legge di iniziativa popolare sul reddito minimo garantito


Venerdì 31/08/2012 in Piazza Municipio dalle ore 21 alle ore 23 banchetto per la raccolta di firme per la proposta di legge popolare sul reddito minimo garantito.
Una firma contro le gravi conseguenze della disoccupazione in tempo di crisi , per l'autonomia e il futuro .

giovedì 12 luglio 2012

A PROPOSITO DELLA NOMINA DI CORRADO BIANCA AD ASSESSORE







La vecchia politica
Finalmente Corrado Bianca ce l’ha fatta : è stato nominato assessore , ma non vicesindaco , come promessogli da Bonfanti per ottenerne l’appoggio al ballottaggio dell’anno scorso .
E’ la vecchia politica dei  “ due tempi “ : prima mi prendo quello che voglio e poi , forse , ti do qualcosa . Come sta avvenendo per la sanità pubblica della zona sud che Lombardo e Gennuso hanno deciso di smontare , a favore del privato , con l’aiuto determinante di Bonfanti , Marziano e De Benedictis .
Infatti fu anche per questo che Bianca e il Pd  preferirono al nascente progetto di centrosinistra la “ Real Politik “  dei posti ( tre anziché uno ) di consigliere e la promessa della vicesindacatura .
Dopo un anno di lavoro ai fianchi da parte di Bianca e del PD , che si è più volte spaccato sulla scelta , il Sindaco Bonfanti ha dovuto cedere .
E’ singolare il fatto che mentre in regione il PD sfiducia Lombardo a Noto esso entra in giunta e continua ad appoggiarne la scarsa e anzi nociva azione politica soprattutto ambientale .
Ne è prova lo scandalo che sta suscitando la notizia della lottizzazione in C.da Eloro per la costruzione di 100 villette a cui avrebbe dato l’assenso la commissione urbanistica  (con due voti a favore un assente e due astenuti , compreso il presidente che è del PD ! ) .
Vedremo ora cosa ne pensa il nuovo assessore Bianca .
Tutto questo è  la vecchia politica che SEL Noto contrasterà lavorando per rottamarla nell’ interesse della città

Noto lì 12/07/12
                                                                                                          Faust Scifo

martedì 24 aprile 2012

Vive la gauche!



La prima impressione che viene guardando i risultati del primo turno delle elezioni presidenziali in Francia è che tanta gente è andata a votare. La temuta astensione di massa non si è manifestata e, probabilmente, i dati che la prevedevano incorporavano una quota di indecisi che alla fine hanno deciso di mobilitarsi. Penso che il motivo prevalente, in tempi di crescente antipolitica, sia dovuto alla nettezza e articolazione delle proposte politiche in campo. La prima considerazione, quindi, riguarda la necessità di tener viva la competizione democratica consentendo l’effettivo esercizio della scelta elettorale tra opzioni ben distinte, a differenza di tentazioni neoautoritarie basate sulla convergenza forzosa, magari in grandi coalizioni, che sequestrano la possibilità effettiva di scegliersi il proprio programma politico.
La seconda osservazione è certamente relativa al crollo di Sarkozy. Due milioni di voti persi rispetto al voto di cinque anni fa rappresentano una bocciatura senza appello. Più che l’aritmetica che somma i voti delle destre è questo il dato che, probabilmente, segnerà anche il secondo turno. I francesi hanno bocciato il mix sarkozista di nuova destra populista in patria e rigorista, persino in asse con la Germania di Angela Merkel, in Europa. Il presidente neogollista ha squassato la politica francese, oscillando tra posizioni estremiste di destra contro rom, migranti e “racaille” delle banlieu e occhieggiamenti alle elites economiche e culturali. Dopo cinque anni il giovane e “nuovo” Sarkò appare logoro e incerto: dalle amicizie pericolose di Ben Alì alla guerra brutale in Libia, dal profilo “americano” dell’era pre Obama al vanto di aver salvato la Francia dalla crisi (ma in realtà il paese non ne è stato ancora investito con la forza dei vicini mediterranei). Anche la gestione molto decisa ed efficace della tragedia di Tolosa è apparsa fuori tempo massimo per restituire l’allure da uomo deciso oramai perduta.
Il risultato di Hollande è ottimo. Passare il primo giro in testa vuol dire fare la corsa e, vista la crescente sfiducia nel presidente uscente, è sempre più probabile che, come indicano tutti i sondaggi, la Francia rielegga un socialista all’Eliseo, il secondo Francois. Hollande ha avuto il merito di resistere alla lunghissima campagna cominciata con le primarie. Ha attraversato indenne il caso Strauss Kahn, le tensioni interne al Ps, la lunghezza stessa della campagna che lo stava logorando, evidenziandone i limiti di leadership carismatica, mentre stava sorgendo l’astro di Melenchon. Il suo merito, quindi è stato quello di costruire un programma credibile e di sinistra, dalla politica fiscale alla revisione del Fiscal compact passando per le proposte di assunzioni nel campo della scuola, facendo la campagna sui contenuti piuttosto che sull’apparire “personaggio”: il contrario di ciò che fece Segolene cinque anni fa. Ciò che a Hollande è stato rimproverato, la sua eccessiva seriosità, si è rivelata una “forza tranquilla” che mi auguro sbarchi nel più alto scranno della Republique.
Eppure, il secondo turno dipenderà dagli elettori che hanno fatto altre scelte, visto che in Francia il sistema a doppio turno è stato pienamente introiettato e non mette in crisi il principio bipolare. In questo campo fa impressione l’affermazione di madame Le Pen, che raggiunge quasi il 20%. è il più alto risultato di sempre per il Fronte Nazionale, più alto di quello raggiunto dal vecchio Le Pen nel 2002 che lo portò fino al ballottaggio con Chirac. È un dato davvero straordinario, inquietante e sorprendente. Di fatto Marine Le Pen è oramai candidata alla leadership della destra francese nel suo complesso. L’ho ascoltata e letta molte volte: è brillante, moderna, senza cedimenti da parvenù, senza la patina del suo coriaceo e terrificante padre, netta nelle prese di posizione. È la destra che fa più paura, poiché può diventare, magari tra cinque anni, persino presidente della civilissima Francia. Marine Le Pen ha fatto il pieno dei voti persi da Sarkozy e altri ne ha presi da possibili astensionisti. La sua durezza nazionalista e xenofoba è stata porta con uno stile asciutto e credibile e, probabilmente, molti elettori della destra avrebbero voluto proprio lei al ballottaggio contro Hollande. È improbabile che a questo punto, oscenda sul terreno della contrattazione politica, magari per qualche seggio in parlamento in condominio con l’Ump. È più facile che scelga di non dare indicazioni esplicite, mettendosi alla finestra e iniziando a lavorare per la grande scalata di domani. La nuova destra è uno spettro che s’aggira per l’Europa e Le Pen ne è la punta di lancia.
Buona è certamente l’affermazione di Melenchon. Il suo iniziale 5% nei sondaggi si è più che raddoppiato, anche se non ha mantenuto le promesse dei sondaggi più favorevoli (che sono arrivati fino al 14/15%) e soprattutto delle piazze che si sono riempite in una campagna realmente trionfale. Melenchon aveva puntato a contendere al Fn il voto dei ceti ultrapopolari più colpiti dalla crisi e dalle paure della crisi. Questa sfida l’ha persa, ma è stato comunque fondamentale averla ingaggiata, soprattutto in prospettiva. È invece riuscito nel colpo del voto utile. Sì, priprio il candidato che più di ogni altro ha denunciato il ricorso al voto utile da parte di Hollande (che in definitiva non c’è stato) è riuscito ad attrarre i voti delle forze di estrema sinistra (che hanno sempre raggiunto complessivamente risultati a due cifre), risultando l’interprete più credibile del peso politico gauchista. Melenchon è riuscito quindi a convincere una parte significativa dell’elettorato a “spostare a sinistra” l’asse della prossima presidenza ed infatti ha subito fatto un appello al voto “contro” Sarkozy, certo non potendo più aspirare a ruoli di primissimo piano (si è parlato persino della presidenza del consiglio ad un certo punto) ma di certo ad un ottimo accordo per le prossime legislative. Sul fronte Hollande si è subito collocata Eva Jolie, la verde che non è mai decollata e che è riuscita a strappare poco più del 2%, ma soprattutto che non ha mai imposto nessun tema ambientalista durante la campagna.
Infine, ciò che resta del centrismo si è riconosciuto in Bayrou. Il candidato centrista non ha nessun potere di influenza sul suo elettorato e quindi, secondo stime e osservatori, gli elettori centristi voteranno in maggioranza per Hollande o si asterranno.
Certo è che i centristi di casa nostra non potranno neppure far finta di enfatizzare un dato che, pur raggiungendo un onesto 9%, risulta politicamente del tutto irrilevante, al massimo mantenendo un interesse di tipo elettorale.
Per il secondo turno la partita sarà comunque aperta. La Francia si è scoperta mai così di destra (ma solo se si sommano i dati di Sarkozy e di Le Pen) eppure pronta ad eleggere un socialista. Del resto anche nel 2002, all’epoca dello sconcertante ballottaggio Chirac Le Pen, il voto della sinistra era maggioritario ma troppo diviso e quindi Chirac raccolse un plebiscito di voti di sinistra e “repubblicani”. Anche oggi vincerà chi saprà unire più anime, più che differenti partiti. La sensazione forte è che Sarkozy abbia troppo diviso per riunificare un fronte in due settimane e che, invece, Hollande abbia abilmente tessuto una trama che lo ha reso il naturale rappresentante della sinistra francese, ma non solo. Noi abbiamo tifato per Hollande al primo turno e, a maggior ragione, lo faremo al secondo. Confidiamo in una vittoria che apra la strada alla sinistra in Francia, alla rottura del patto delle destre egemoni in Europa (sia sul versante della Merkel che su quello della delirante lettera dei 12 sulla crescita voluta da Monti e Cameron) e speriamo anche ad un sussulto di ragionevolezza per la politica italiana. Se puoi scegliere puoi sperare di cambiare e non è detto che il cambiamento non sia un progresso. Se non si può scegliere, ingabbiati dai Monti e dalle ABC, non puoi sperare di cambiare ma solo di “scassare”.

Gennaro Migliore

La maestrina Fornero

M.Cerutti: Alenia, sceneggiata della  ministra Fornero                    

Oggi a Torino è andata in scena l’ennesima recita a soggetto della Ministra Fornero. Davanti ai lavoratori dell’Alenia la rappresentante del Governo ha spiegato la Riforma del Lavoro, ma si è scontrata contro la dura realtà fatta da lavoratori che stanno subendo il peso della crisi economica e che in alcuni casi non hanno garanzie per il loro futuro.
Sulla sola Alenia si stima che il numero dei lavoratori esodati sfiori il migliaio. E’ bene specificare che si tratta di persone con le quali lo Stato mette in dubbio la parola data, persone che avevano stipulato un patto dopo aver ricevuto garanzie ben precise che adesso vengono disattese. La Cgil ha lanciato un allarme agghiacciante che se trovasse conferma sarebbe disastroso: nella sola Torino gli esodati sarebbero più di 5.000.
Queste persone vogliono garanzie che il Ministro è tenuto dare: non bastano semplici proclami o la proposta di farli tornare a lavorare non si sa bene come.
I lavoratori sono persone con una storia alle spalle e non meri numeri. L’obiettivo di un Governo non può essere solamente quello di mettere in pari i conti.
Il compito della politica, quella buona, è anche quello di agire avendo come stella polare la giustizia sociale.
Non abbiamo bisogno di lacrime, sceneggiati o colpi di teatro, ma di provvedimenti che non siano lesivi della dignità dei lavoratori.
Le speranze di chi auspicava che la ministra Fornero ascoltasse seriamente le loro ragioni, si scontrano con il suo rinnovato impegno ad una rapida approvazione della riforma.
Monica Cerutti

PD come Zelig

Zelig

Il PD, come Zelig, fuori casa predica le parole della sinistra ma in casa pratica quelle della più grigia moderazione. Da Bersani in giù oggi è un coro: viva Hollande, viva il socialismo, tutti a Parigi… Poi, tornati in Italia, i democratici fanno il contrario di ciò che propongono i socialisti francesi: parità del bilancio nella costituzione, deregulation selvaggia del mercato del lavoro, nessuna vera soglia di decenza agli stipendi dei manager. L’importante è venir bene nelle foto opportunity accanto agli altri leader della sinistra europea. L’importante è sorridere. L’importante è fare finta di crederci.
Claudio Fava

sabato 10 marzo 2012

1° CONGRESSO CITTADINO SEL NOTO



Cara/o Compagna/o ,
sei invitata/o al congresso straordinario del Circolo di Noto che si terrà domenica 18 Marzo 2012 alle ore 9,30 presso i locali della sede in via Occhipinti , 8 .
 i lavori avranno il seguente svolgimento:
-       ore 9,30 relazione del coordinatore uscente ;
-       ore 9,45 elezione della presidenza del congresso ;
-       ore 10 presentazione del documento congressuale ;
-       ore 10,10 dibattito ;
-       ore 11,30 – 13,30 votazioni per l’ elezione dei delegati , del coordinatore e del tesoriere .
Parteciperà Simone  Di Trapani responsabile regionale organizzazione

                                               Il coordinatore del Circolo
                                                            Faust Scifo